Il diavolo si è scatenato di nuovo. È successo ancora, proprio dove tanto tempo fa tutto era finito, nel luogo in cui Bernabò Visconti, colui che un tempo era il signore di Milano, era stato imprigionato da suo nipote Gian Galeazzo e aveva concluso i suoi giorni terreni.
La figura di Bernabò è ritornata in vita per raccontare la propria storia.
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Foto di Stefano Mozzana |
Anche questo fa parte della magia del teatro: in quale altro modo potrebbero rivivere e mostrarsi davanti a noi dei personaggi morti ormai da secoli?
Questo spettacolo è un po' speciale, non solo per l'ambientazione, ma anche perché in un certo senso l'ho visto nascere proprio dall'inizio. Più di due anni fa, Cristina M Cavaliere mi aveva chiesto di dedicare un post alla struttura del testo teatrale, perché si trovava nella situazione di volerne scrivere uno.
Non sono una grande esperta, ma ho messo insieme le informazioni che avevo, per cercare di aiutarla. Non sapevo di che testo si trattasse o quale fosse l'argomento, però ora so che stavo assistendo alle prime fasi della nascita di ciò che ho visto, nella sua forma compiuta, sabato 9 settembre al Castello di Trezzo sull'Adda.
Per la verità, il diavolo aveva già debuttato sulla scena a luglio, ma io non c'ero...
Non ho potuto assistere alla prima (causa matrimonio di uno dei miei numerosi cugini), ma se volete potete leggere il racconto dell'autrice, che ha documentato anche tramite immagini l'esperienza di vedere il suo testo che prende vita.
Io, però. ci sono stata la sera della replica e sono pronta a raccontarvi tutto ciò che ho visto e sentito, ma soprattutto tutto ciò che mi ha fatto provare questo bellissimo spettacolo.
Ho trovato molto azzeccato il modo di raccontare la storia e di organizzare la struttura dello spettacolo.
La rappresentazione si apre con Bernabò imprigionato nella torre, quasi morente, che ha solo una coperta per difendersi dal freddo di dicembre. Così è ridotto il signore di Milano, colui che terrorizzava i suoi sudditi, impauriva i nemici e conquistava tutte le donne, dopo la dura prigionia.
Ma lui non dimentica chi era, anzi: la gloria dei suoi giorni passati rivive nei suoi ricordi. Lo sprezzo con cui trattava i legati papali, le strategie politiche per legare a sé il nipote Gian Galeazzo, il rapporto con le donne, fonte di uno dei grandi piaceri della vita di cui lui non si è mai privato.
Ne esce il ritratto di un uomo politico spregiudicato e temibile, che non si fa scrupoli a infliggere efferate punizioni chi osa sfidarlo, ma allo stesso tempo si preoccupa di preservare il suo onore e quello della sua famiglia.
Di solito l'idea della storia raccontata sotto forma di ricordi del protagonista, quando viene usata, mi sembra sempre un po' banale, ma in questo caso si presta bene al racconto.
La successione dei flashback è ben congegnata e non sembra per nulla artificiosa. Certo, a posteriori si capisce che gli episodi sono stati scelti per dare un'idea delle diverse sfaccettature della personalità di Bernabò, ma sul momento tutto appare succedersi naturalmente, come legato da un filo logico di pensiero. Quello che succederebbe nella mente di ognuno di noi, se ricordassimo un episodio del nostro passato e poi quel ricordo ne richiamasse un altro e un altro ancora.
Il personaggio principale è, ovviamente, Bernabò Visconti, che è quasi sempre presente in scena e deve mantenere l'attenzione del pubblico anche durante i monologhi in cui è solo sul palcoscenico. Praticamente, è lui a reggere l'intero spettacolo sulle spalle.
Va da sé che per un personaggio così serve un attore all'altezza del ruolo. Con un attore mediocre, tutta la struttura meticolosamente progettata da Cristina sarebbe crollata, ma per fortuna il regista Claudio Settembrini ha trovato l'uomo giusto a cui affidare la parte.
Questo è uno di quei casi in cui il fatto che un attore faccia parte di una compagnia amatoriale non dice proprio nulla sulla sua bravura: Dave Coal, con la sua interpretazione, mi ha convinto molto più di quanto abbiano fatto certi professionisti diplomati in scuole prestigiose. E io non sono facile da convincere! Come attrice non sarò di certo perfetta e non mi permetto di paragonarmi agli altri, ma da spettatrice sono molto esigente e sto attenta ad ogni dettaglio.
Anche gli altri attori di TeatrOk hanno reso giustizia alla rappresentazione. Certo, si può notare che non sono professionisti e che alcuni hanno meno esperienza di altri, ma il loro impegno era evidente ha assicurato un risultato sicuramente godibile per gli spettatori.
Ho trovato molto azzeccato il modo di raccontare la storia e di organizzare la struttura dello spettacolo.
La rappresentazione si apre con Bernabò imprigionato nella torre, quasi morente, che ha solo una coperta per difendersi dal freddo di dicembre. Così è ridotto il signore di Milano, colui che terrorizzava i suoi sudditi, impauriva i nemici e conquistava tutte le donne, dopo la dura prigionia.
Ma lui non dimentica chi era, anzi: la gloria dei suoi giorni passati rivive nei suoi ricordi. Lo sprezzo con cui trattava i legati papali, le strategie politiche per legare a sé il nipote Gian Galeazzo, il rapporto con le donne, fonte di uno dei grandi piaceri della vita di cui lui non si è mai privato.
Ne esce il ritratto di un uomo politico spregiudicato e temibile, che non si fa scrupoli a infliggere efferate punizioni chi osa sfidarlo, ma allo stesso tempo si preoccupa di preservare il suo onore e quello della sua famiglia.
Di solito l'idea della storia raccontata sotto forma di ricordi del protagonista, quando viene usata, mi sembra sempre un po' banale, ma in questo caso si presta bene al racconto.
La successione dei flashback è ben congegnata e non sembra per nulla artificiosa. Certo, a posteriori si capisce che gli episodi sono stati scelti per dare un'idea delle diverse sfaccettature della personalità di Bernabò, ma sul momento tutto appare succedersi naturalmente, come legato da un filo logico di pensiero. Quello che succederebbe nella mente di ognuno di noi, se ricordassimo un episodio del nostro passato e poi quel ricordo ne richiamasse un altro e un altro ancora.
Il personaggio principale è, ovviamente, Bernabò Visconti, che è quasi sempre presente in scena e deve mantenere l'attenzione del pubblico anche durante i monologhi in cui è solo sul palcoscenico. Praticamente, è lui a reggere l'intero spettacolo sulle spalle.
Va da sé che per un personaggio così serve un attore all'altezza del ruolo. Con un attore mediocre, tutta la struttura meticolosamente progettata da Cristina sarebbe crollata, ma per fortuna il regista Claudio Settembrini ha trovato l'uomo giusto a cui affidare la parte.
Questo è uno di quei casi in cui il fatto che un attore faccia parte di una compagnia amatoriale non dice proprio nulla sulla sua bravura: Dave Coal, con la sua interpretazione, mi ha convinto molto più di quanto abbiano fatto certi professionisti diplomati in scuole prestigiose. E io non sono facile da convincere! Come attrice non sarò di certo perfetta e non mi permetto di paragonarmi agli altri, ma da spettatrice sono molto esigente e sto attenta ad ogni dettaglio.
Anche gli altri attori di TeatrOk hanno reso giustizia alla rappresentazione. Certo, si può notare che non sono professionisti e che alcuni hanno meno esperienza di altri, ma il loro impegno era evidente ha assicurato un risultato sicuramente godibile per gli spettatori.
Una riflessione sulla location: da una parte, è molto suggestivo il fatto che lo spettacolo venga rappresentato proprio nel luogo in cui sono ambientate le vicende storiche. Mi sono ritrovata a pensare: "Davvero Bernabò ha vissuto in questo edificio, davvero ha camminato in queste stanze!"
Però, dall'altro lato, ho avuto l'impressione che lo spettacolo fosse un po' costretto, nella saletta in cui è stato rappresentato. Certe scene in particolare, secondo me, avrebbero avuto bisogno di più spazio. È uno spettacolo che meriterebbe un teatro più grande... ma in questo modo si perderebbe il fascino del castello.
Una soluzione potrebbe essere quella di rappresentare lo spettacolo all'aperto, nel giardino del castello, ma non so se sia realizzabile. Di sicuro sabato scorso non lo sarebbe stata, con il diluvio che c'era! Ma forse la prossima estate, chissà...
In ogni caso, rinnovo ai complimenti a Cristina, alla compagnia TeatrOk e a coloro che hanno collaborato da dietro le quinte.
Se volete saperne di più su "Il diavolo nella torre"... tranquilli, ce n'è finché volete! Per informarvi sulla figura storica di Bernabò Visconti e sulle sue vicende, potete leggere i post di Cristina sul suo blog:
Però, dall'altro lato, ho avuto l'impressione che lo spettacolo fosse un po' costretto, nella saletta in cui è stato rappresentato. Certe scene in particolare, secondo me, avrebbero avuto bisogno di più spazio. È uno spettacolo che meriterebbe un teatro più grande... ma in questo modo si perderebbe il fascino del castello.
Una soluzione potrebbe essere quella di rappresentare lo spettacolo all'aperto, nel giardino del castello, ma non so se sia realizzabile. Di sicuro sabato scorso non lo sarebbe stata, con il diluvio che c'era! Ma forse la prossima estate, chissà...
In ogni caso, rinnovo ai complimenti a Cristina, alla compagnia TeatrOk e a coloro che hanno collaborato da dietro le quinte.
Se volete saperne di più su "Il diavolo nella torre"... tranquilli, ce n'è finché volete! Per informarvi sulla figura storica di Bernabò Visconti e sulle sue vicende, potete leggere i post di Cristina sul suo blog:
- Bernabò Visconti e il monumento funebre del Diavolo
- Bernabò Visconti e i luoghi prediletti del Diavolo
- Bernabò Visconti e il dramma teatrale "Il diavolo nella torre"
- Bernabò Visconti e l'harem del Diavolo
- La famiglia Visconti, ovvero i parenti serpenti
- Quel buontempone di Bernabò Visconti
Ma questo non è tutto, anzi, c'è ancora una grande sorpresa in serbo per voi... e sarà proprio su questo blog! Nella seconda metà di settembre (sempre nell'ambito dello #SharingSeptember) ci sarà una serie di guest post in cui Cristina ci racconterà la sua esperienza di drammaturga.
Come nasce un testo teatrale? Da dove arriva l'idea di base? Quali sono le differenze con la scrittura di un romanzo o di un racconto? Che cosa serve per scrivere un dramma storico? Avrete risposta a tutte queste domande, quindi restate sintonizzati e non perdetevi l'iniziativa.
- dramaqueen
Grazie a questo post, ho potuto comprendere ancora meglio l'impegno della Compagnia, la valenza dello spettacolo e quanto talento ci sia in Cristina.
RispondiEliminaCerca di portarlo a Roma!
Grazie del commento, Luz. :) Sarebbe anche bello riproporre lo spettacolo in uno dei castelli del milanese. Ce ne sono molti piccoli ma assai ben conservati, e anche legati alla figura e alle gesta di Bernabò Visconti.
EliminaSono contenta che il post ti sia piaciuto, Luz.
EliminaMagari riesco a fare diventare famoso lo spettacolo e a portarlo in tournée in giro per l'Italia? ;) Ne dubito, ma... chissà...
Elisa...siamo tutti con te! :)
EliminaGrazie della splendida recensione, Elisa! Penso di parlare a nome di tutti. :)
RispondiEliminaHai anche sottolineato con molta precisione il punto sulla location, che era un po' sacrificata, aspetto su cui mi trovi del tutto d'accordo. Inizialmente, come dici, si pensava di organizzarlo all'aperto, ma t'assicuro che a Trezzo il tempo è bizzarro e imprevedibile come il signore che vi si aggira. Sarebbe comunque bello farlo in un teatro!
Ho potuto sperimentare anch'io il diluvio, quella sera, e non sarebbe sicuramente stato il tempo ideale per recitare all'aperto.
EliminaMagari in un teatro si potrebbe riuscire... Credo che renderebbe più giustizia agli spazi e alle luci.
Il post mi ha trasmesso una gran voglia di vedere lo spettacolo, cosa logisticamente un po' difficile per me di questi tempi, ma mai dire mai!
RispondiEliminaÈ stato logisticamente difficile anche per raggiungere il posto, quindi non oso immaginare cosa vorrebbe dire per te... ma chissà, magari lo spettacolo si sposterà un po' più vicino a te.
EliminaCon i mezzi in effetti è faticoso raggiungere Trezzo, e per Tenar è abbastanza lontano. Ma, come lei, dico: "Mai dire mai!" Naturalmente è un augurio che lo spettacolo abbia vita lunga. :)
EliminaIo non ho potuto partecipare causa distanza geografica, però leggendo il tuo post dal punto di vista di una spettatrice (dopo aver letto quello di Cristina come autrice) intendo ancor più la buona riuscita della pièce.
RispondiEliminaMagari esistesse il teletrasporto, sai quanti problemi ci risolverebbe?
EliminaSpesso le distanze sono penalizzanti... ma apprezzo ancora di più le tue parole e il fatto che tu abbia comunque gradito la recensione. Mi fido molto del giudizio di Elisa, e quindi sono doppiamente contenta.
RispondiEliminaIntanto un saluto alla padrona di casa. Ho letto con molto interesse, mi ritrovo ad essere ancora più rammaricato per non essere riuscito a godermi lo spettacolo. Brava Cristina e complimenti a Elisa per il post.
RispondiEliminaGrazie! Credo di aver capito che ci saranno delle repliche, se non abiti troppo lontano potresti avere l'occasione di vederlo :)
EliminaCuriosissima ma, purtroppo, lontana...
RispondiEliminaComplimenti a Cristina e un saluto e un grazie a Elisa:-)
Cristina, qui ci vuole la tournée! ;)
EliminaHai ragione! Adesso avviso chi di dovere, bisogna organizzarsi. :)
EliminaBella recensione, complimenti. Anche a me sarebbe piaciuto vedere la rappresentazione, visto anche il mio spiccato interesse verso il personaggio (vero, Cristina?).
RispondiEliminaSuggestiva la location.
E' incredibile, ma anche a distanza di secoli, messer Bernabò "cucca" alla grande! :)
Eliminagrazie a tutti di cuore....Compagnia, Cristina, Elisa..tutti...
EliminaE se qualcuno ha qualche contatto utile al quale noi potremmo proporre lo spettacolo..ben venga!
Come dice Cristina..basta organizzarsi..e noleggiare il pulmann !!! :))
Infatti sono convinta che una buona organizzazione sia metà del lavoro già fatto! :)
EliminaNon sono esperta di organizzazione di spettacoli teatrali, però sarei contenta se riusciste a portarlo in giro per l'Italia! :)
EliminaL'accuratezza di Cristina è proverbiale e pari solo alla sua ispirazione, perciò sono consapevole di essermi persa qualcosa. Se lo spettacolo arrivasse un po' più vicino al Friuli... chissà, magari con i nostri auguri portiamo fortuna allo spettacolo. Complimenti a tutti! :)
RispondiEliminaCon tutti i vostri commenti, forse li convincete a portare lo spettacolo in giro per l'Italia ;)
EliminaRiguardo all'accuratezza di Cristina... aspetta solo di leggere i prossimi post!